
In pratica l’emendamento approvato prevede che le aziende che delocalizzano le attività non potranno ricevere incentivi all’occupazione (ad es. L. 407/90) e, comunque, dovranno darne comunicazione almeno 120 giorni prima al Ministero del Lavoro, indicando i lavoratori coinvolti, e all’Autorità garante della privacy, informando sulle misure adottate per la tutela dei dati personali. Il mancato rispetto delle norme viene punito con una sanzione di 10 mila euro per ogni giornata di violazione. Inoltre, quando un cittadino effettua una chiamata ad un call center deve essere informato preliminarmente sul paese in cui l’operatore con cui parla è fisicamente collocato e deve, al fine del rispetto della protezione dei suoi dati personali, poter scegliere che il servizio richiesto sia reso tramite un operatore collocato sul territorio nazionale. Allo stesso modo, quando un cittadino è destinatario di una chiamata da call center deve essere preliminarmente informato sul paese estero in cui l’operatore è fisicamente collocato.
“Si tratta di norme molto importanti sui call center – dichiara il Segretario generale della FISTel-CISL Campania Salvatore Topo - contro un fenomeno, quello delle delocalizzazioni, che ha messo in ginocchio l’intero settore e che, se non contrastato, rischia di far chiudere decine di aziende che occupano alcune decine di migliaia di lavoratori soprattutto nelle zone più svantaggiate del paese. Inoltre – prosegue il Segretario della FISTel-CISL Campania - tale provvedimento arriva in un momento molto importante in cui è in discussione il contratto nazionale delle Tlc, sul quale le posizioni del Sindacato e delle Aziende sono molto distanti proprio sull’introduzione di simili norme nel contratto di settore, tant’è vero che per settembre sono state già proclamate 16 ore di sciopero a livello nazionale”.
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