La crisi dei Call Center è diventata una
potente bomba sociale. Call&Call definita dalla stampa amica un esempio di
buona impresa ha dichiarato 186 licenziamenti a Milano, senza voler trovare
nessuna soluzione con il Sindacato per salvaguardare l'occupazione. Nessun
altra Azienda è stata così cinica nel licenziare i lavoratori nella difficile
situazione economica del paese e del settore. Con altrettanta spregiudicatezza
punta a fare acquisizioni di altri Call Center in crisi. Operazioni finanziarie
che la Fistel condanna senza appello perché anticipano altri licenziamenti!
Nei
mesi scorsi il Governo ha illuso i lavoratori sulla imminente soluzione dei
problemi che caratterizzano i Call Center : delocalizzazioni, gare al massimo
ribasso e cambi di appalto, annunci ripetuti senza mai convocare un tavolo al
MISE.
"Cosa
gravissima che oltre ai lavoratori anche il Parlamento è stato preso in giro in
quanto ad una interrogazione parlamentare è stato risposto che il Governo stava
risolvendo le problematiche con il Sindacato senza formalmente convocare un
tavolo!
La
FISTel apprezza la sentenza del TAR del Lazio sulla commessa ACEA per una gara
al massimo ribasso ritenuta illegittima e sfonda il muro dell'indifferenza
della politica nei confronti del dramma che vivono migliaia di lavoratori
espulsi dalle aziende per le gare al massimo ribasso e per i cambi di appalto.
Per
Giorgio Serao le crisi di Call&Call sull'imminente licenziamento dei
lavoratori è la prova che potere economico e politico intrecciano i loro
interessi a danno dell'occupazione e dei diritti dei lavoratori. In questo
contesto si muovono Teleperformance e Transcom che riorganizzano le società e
dividono le attività e i lavoratori in "good company" e "bad
company" per poter alienare/licenziare le commesse/lavoratori a scarsa
redditività e tenersi quella ad alta marginalità. La latitanza del Governo è
pura irresponsabilità!
La Segreteria Nazionale FISTel-CISL
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