Slc‐Cgil, Fistel‐Cisl e Uilcom‐Uil con il presente
documento danno avvio alla fase di rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro
per il personale esercente attività di telecomunicazioni con le modalità
contenute nel vigente CCNL per il coinvolgimento di tutti i lavoratori, delle
loro Rappresentanze aziendali, delle strutture sindacali a tutti i livelli.
Premessa
E’ necessario sviluppare un quadro di Relazioni
Industriali che consenta di superare le criticità emerse in tema di sistema
contrattuale, confermando la validità del Contratto Nazionale di Lavoro quale
strumento di regolazione generale del lavoro, di salvaguardia del potere di
acquisto delle retribuzioni e redistribuzione della ricchezza prodotta per
l’insieme delle aziende dove non si realizzi la contrattazione di secondo
livello.
Le sfide da affrontare derivano da una
competizione sempre più globale e mercati sempre più aperti, da un livello di
innovazioni tecnologiche che richiedono sempre maggiori investimenti, da un
aumento dei “volumi” prodotti accompagnati da una riduzione significativa dei
ricavi determinata da modifiche regolatorie e da dinamiche concorrenziali.
Tali modificazioni stanno producendo cambiamenti
strutturali sul piano economico generale dal punto di vista della
gestione dell’impresa con forti ricadute sociali e sul lavoro.
In un settore quale quello delle TLC che può e
deve essere trainante per lo sviluppo economico e sociale del Paese attraverso
quanto previsto dall’Agenda Digitale e dai piani Europei, queste sfide non
possono essere vinte perseguendo la deregolamentazione e lo sfruttamento delle
risorse e delle persone ma sviluppando una competizione basata sulla qualità
del fattore lavoro, su quella della qualità del servizio reso ai clienti, sulla
capacità di innovazione di processo e di prodotto che richiedono sempre più
sviluppo ed aggiornamento continuo delle professionalità e un maggiore
coinvolgimento dei lavoratori e degli imprenditori.
Nonostante alcuni segnali di un possibile
ripresa economica del Paese si inizino ad intravedere, questi sono ancora
troppo deboli e discontinui per consentire una crescita dei ricavi del settore
delle TLC, rendendo impossibile affermare che siamo usciti dalla lunga crisi
che ha attraversato questi anni, che sta ridefinendo e ridimensionando il
settore.
In quest’ambito le sempre più evidenti
integrazioni fra IT e TLC stanno disegnando la crescita del comparto ICT, vero
approdo finale delle trasformazioni in atto, processo che richiede un
adeguamento dei perimetri contrattuali, adeguandone le normative a quelle nuove
professioni che si stanno sviluppando, rispondendo in tale modo alle necessità
di quelle imprese e di quei lavoratori che stanno generando il primo nucleo del
settore ICT.
La bassa crescita che contraddistingue l’attuale
fase economica non consentirà di invertire il trend dell’elevato tasso di
disoccupazione del nostro Paese, che resterà quindi la vera piaga da
combattere; per questo vanno assunte tutte le politiche contrattuali che
puntino al consolidamento ed al rilancio dell’occupazione nel settore.
Per questi motivi è necessario sviluppare
politiche di “filiera” in grado di valorizzare una sfida basata
sull’innovazione e la qualità che contrastino quelle politiche che hanno
caratterizzato l’attuale momento, totalmente incentrate sulla riduzione
del costo del lavoro e sulla compressione dei diritti.
La trasformazione verso il digitale della
Pubblica Amministrazione e lo sviluppo delle reti di nuova generazione
consentono di ipotizzare politiche che mettano al centro la qualità della produzione
contrastando i fenomeni di forte deregolamentazione che hanno
prodotto lo sviluppo di sistemi a bassa qualità con l’emersione di
lavoro irregolare.
Tutti questi processi possono essere
accompagnati solamente con una strumentazione contrattuale forte e, nello
stesso tempo, rinnovata per rispondere al meglio alle grandi sfide che
attendono il settore. Una regolamentazione contrattuale basata su un sistema di
Relazioni Industriali sempre più partecipative e di indirizzo per lo sviluppo,
per l’estensione e la qualificazione della contrattazione di secondo livello
cui assegnare maggiore responsabilità e compiti anche alla luce degli incentivi
fiscali che il Governo dovrà mettere a disposizione.
E’ necessario procedere alla semplificazione
strutturale e normativa del testo contrattuale, divenuto per stratificazioni
troppo complesso e spesso incomprensibile, per migliorare l’utilizzo del CCNL,
la sua efficacia ed esigibilità. In quest’ambito una puntuale trasposizione dei
contenuti dell’accordo Interconfederale del 10 gennaio 2014 rappresentano
l’opportunità per garantire processi condivisi, democratici e di responsabilità
delle imprese anche attraverso la definizione di opportune sanzioni.
Relazioni
Industriali, Sindacali, Partecipazione e Consultazione.
Appare fondamentale innovare il sistema
relazionale sia sul piano nazionale sia, soprattutto, sul piano aziendale nel
quale si giocheranno le partite più importanti del confronto per migliorare la
qualità del lavoro, dell’occupazione e della produttività.
In questo senso gli strumenti relazionali devono
evolvere per coinvolgere sempre di più il lavoratore a partire dai confronti
preventivi sui piani industriali, finanziari e gestionali dell’impresa,
consentendo di attuare processi di confronto e consultazione finalizzati ad una
loro condivisione.
In coerenza con ciò si dovrà
riequilibrare, nelle aziende a rete, la tendenza ad accentrare i
rapporti a livello centrale rivitalizzando il livello regionale delle relazioni
attraverso l’attribuzione di specifiche competenze.
Va consolidata ed implementata l’attività del
“Forum” contrattuale per rendere il lavoro da questo prodotto una risorsa da
cui partire nella gestione delle trattative aziendali.
Al fine di produrre un miglioramento complessivo
dell’attività di filiera nel settore del Customer ed in quello delle attività
di rete è necessario implementare modelli partecipativi più incisivi,
attraverso l’istituzione di organismi di certificazione “etico‐sociale‐qualitativa” che
consentano una maggiore qualificazione delle attività di filiera attraverso
l’assegnazione di appalti a soggetti qualificati e responsabili.
In questo contesto va migliorata e
resa maggiormente esigibile l’informazione aziendale, procedendo a definire con
chiarezza il concetto di consultazione delle rappresentanze dei lavoratori per
migliorare complessivamente il processo di coinvolgimento, che non può che
essere basato su regole chiare ed esigibili.
Per questo si deve procedere alla
semplificazione del testo del CCNL, allo sviluppo di uno strumento di
monitoraggio e valutazione della contrattazione aziendale, alla rivisitazione del
capitolo sulle RSU a seguito di quanto introdotto dal Testo Unico sulla
Rappresentanza.
Formazione
Il tema della formazione è divenuto ormai
strategico e lo sarà sempre di più per i lavoratori e per le imprese sul piano
della qualità del lavoro, su quello della prestazione steessa e della
professionalità, sul piano dell’occupabilità nelle diverse fasi del lavoro
della persona e dell’andamento dell’impresa.
Il capitolo della formazione deve essere rivisto
in quest’ottica attraverso un coinvolgimento dei lavoratori e delle loro
rappresentanze sia a livello nazionale che aziendale.
In questo senso:
‐ Va migliorato l’ente
bilaterale per formazione, implementandolo per diventare lo strumento che
garantisca la formazione permanente e la riconversione del personale verso le
nuove competenze necessarie alle aziende e al settore individuando anche
apposite forme di finanziamento.
‐ Va introdotta una
soglia minima obbligatoria annuale di formazione su piani condivisi, definendo
un luogo di confronto preventivo sui piani di formazione aziendale.
‐ Va istituita la figura
del delegato alla formazione.
Diritti,
Tutele, Normative
E’ necessario, nell’ambito della Responsabilità
Sociale dell’Impresa, affrontare i temi del bilanciamento delle esigenze
personali e familiari con quelle del lavoro per il miglioramento della qualità
di vita ma anche del lavoro stesso.
In questo senso affrontare i temi dello smart
working, del lavoro flessibile, del telelavoro, di miglioramento delle norme
dei congedi e dei permessi per gestire i problemi familiari significa dare
risposte alle persone ma anche ritorni per la produttività ed evitare fenomeni
di assenteismo.
Inoltre, una revisione della normativa generale
per quegli aspetti che hanno trovato una errata applicazione o interpretazioni
difformi è la condizione per una gestione qualificata delle imprese.
Per questi motivi si richiede:
‐ Congedo parentale:
modalità di fruizione su base oraria, possibile cumulabilità con riposi per
allattamento e con ulteriori permessi frazionati in caso di figli con handicap.
‐ Permessi in caso di
ricovero del neonato (da 0 a 3 anni) retribuiti al 30% per un massimo di 30
giorni. ‐ Disciplina delle “ferie solidali”.
‐ Istituzione di una
commissione che analizzi i dati relativi allo stress da lavoro correlato e le
condizioni reali di attività dei call center per proporre soluzioni in grado di
conciliare le esigenze aziendali e la qualità della vita del personale
coinvolto.
‐ Identificare le
patologie per le quali si richiede un maggiore comporto (art. 36 comm.15
vigente CCNL)
‐ Introduzione di
permessi a recupero per favorire la partecipazione ad iniziative di
volontariato.
‐ Smart working,
introduzione di una normativa specifica che definisca le linee guida e consenta
di attivare una formazione specifica su manager e rsu.
‐ Part‐time: come previsto dalla legislazione vigente è necessario
procedere al pagamento delle ore di supplementare con le incidenze sulla
retribuzione differita e indiretta, procedendo a individuare soluzioni per
colmare i mancati pagamenti registrati nel triennio precedente. Rivisitazione
della norma sul consolidamento delle ore di supplementare per adeguarle alla
realtà lavorativa assegnando alle RSU il compito preciso di monitorarne
l’andamento per verificarne l’esigibilità.
‐ Estensione erga omnes
della sanità integrativa contrattuale con costo interamente a carico aziendale
e rivisitazione delle prestazioni erogata con corresponsione della differenza
economica nei confronti di quelle aziende già coperte da fondi sanitari
aziendali.
‐ Conferma della
disciplina prevista dagli artt. 4,5 e 24 della Legge 223\91 per tutto il
personale dipendente a prescindere dalla data di assunzione. ‐ Conferma del sistema di tutele previste dal CCNL in materia
di progressività e proporzionalità delle sanzioni anche per i nuovi assunti.
‐ Inserire una data certa
entro cui procedere al pagamento delle retribuzioni.
‐ Interventi sulle
stratificazioni normative per semplificare e rendere esigibile
l’interpretazione contrattuale. ‐ Di rendere obbligatoria
la costituzione delle commissioni paritetiche pari opportunità definendone le
relative competenze e modalità operative al fine di eliminare qualsiasi
discriminazione legata alla condizione delle/del lavoratrici/lavoratori.
‐ Di rendere obbligatoria
la costituzione delle commissioni paritetiche ambiente e sicurezza assegnando
loro compiti e prerogative anche nei confronti di attività gestite in appalto.
‐ Rivedere
l’inquadramento del personale con l’inserimento delle nuove professionalità
inerenti il comparto dell’ICT.
‐ Modificare l’articolo 3
punto 11 inserendo le strutture territoriali in assenza di RSU.
Appalti
L’articolo 53 ha evidenziato molti limiti nella
gestione delle vertenze soprattutto per l’autoreferenzialità con cui si è
proceduto a disciplinarne i contenuti.
Inoltre il DDL “appalti” ha introdotto le c.d.
“clausole sociali” per il cambio di appalto delle attività di call center.
In quest’ambito è necessario definire modalità e
condizioni con cui il rapporto di lavoro continuerà con il nuovo fornitore di
servizi.
Tale normativa consegna alle parti una occasione
fondamentale per ridefinire nel complesso la modalità di ricorso agli appalti.
In quest’ambito andrebbe anche implementato il contenuto dell’art. 53 passando
da un’autocertificazione ad un sistema di certificazione delle imprese
fornitrici di servizi realizzata attraverso un organismo
paritetico composto da committenza, aziende fornitrici dei servizi e
organizzazioni sindacali sotto l’egida del Ministero del lavoro. L’organismo
dovrà estendere la sua attività anche nei confronti di aziende non ricomprese
nel perimetro del contratto TLC. La certificazione, che dovrà valutare la
responsabilità etica e sociale dell’impresa nonché la coerenza dei suoi
comportamenti, sarà una precondizione che le aziende dovranno porre per
l’assegnazione dei lavori.
Il modello, da realizzarsi sulla scorta di
quanto già realizzato in Francia con il “Label” o in altri paesi europei, sarà
finalizzato a sostituire una competizione incentrata unicamente sul costo del
lavoro verso una concorrenza che, mettendo il cliente al centro del processo
aziendale, premi le aziende capaci di investire, innovare e gestire le risorse
umane qualificandone professionalità e produttività.
Il processo di certificazione dovrà essere
assegnato a un soggetto esterno, preferibilmente una università o
istituzione pubblica.
Aumenti
Economici
La situazione e le prospettive
economiche, dopo lunghi anni di crisi, sembrano aver avviato una fase
favorevole. Questo migliora il clima di fiducia e crea le
condizioni per riattivare un processo di aumento della domanda interna da
realizzarsi anche per riattivare un processo di aumento della capacità di spesa
delle famiglie.
In tale ambito il costo complessivo del rinnovo
contrattuale dovrà attestarsi, per il triennio 2015‐2017 al 7% e dovrà prevedere un incremento del versamento
aziendale al fondo di previdenza integrativa “Telemaco”.
Gli aumenti economici non potranno essere
assorbiti da precedenti erogazioni unilaterali.
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